Una scogliera su un mare blu con in primo piano roccia e piante

Il Sapore Dell’Over-Arousal (sovraccarico sensoriale)

Indice

Salsicce bruciate

Non è che io sia un chef stellato o un genio della cucina; anzi, a dire la verità, in cucina so semplicemente sopravvivere. Ma tra le poche cose che so cucinare bene c’è la carne alla griglia. Tutto sommato sono bravo; mi piace vederla cotta a puntino, e ancora di più mi piace vedere che le persone a cui la cucino la mangiano con gusto.

Una scogliera su un mare blu con in primo piano roccia e piante
Una scogliera su un mare blu con in primo piano roccia e piante

L’altra sera, come a volte accade, io e mia moglie eravamo a corto di idee per la cena. Dato che la carne alla griglia rientra nelle mie competenze, dato che in giardino abbiamo un barbecue a gas che cuoce subito, e dato che in frigorifero avevamo un pacco di salsicce fresche, la soluzione sembrava scontata. Ho preso le salsicce, ho acceso la griglia e le ho iniziate a cuocere. Così, tanto per farci una bella cena con piadina e salsiccia. Poca spesa, tanta resa.

Mentre le salsicce cuocevano ben bene, da bravo ipersensibile che non ama l’attesa, mi sono messo a sistemare un paio di cose in casa. Dopo essermi momentaneamente immerso nella pulizia dell’asciugatrice, perso nei miei mille pensieri su come organizzarmi la giornata successiva e le cose da finire di fare dopo cena, mi è venuta in mente una frase letta su un libro poco tempo fa. Prontamente, ho lasciato l’asciugatrice, mi sono diretto alla libreria a cercare il libro e, una volta trovato, ho iniziato a sfogliarlo per cercare quella frase che volevo rileggere meglio. E mentre ero alla ricerca di quella fantomatica frase, l’unico neurone che ancora girava libero mi ha ricordato che le salsicce erano ancora sul fuoco. Mi sono fiondato fuori casa come il personaggio dei cartoni, Taz il diavolo della Tasmania, ho tolto le salsicce dalla griglia vedendole mezze bruciate.

L’inganno di darsi la colpa

Preso dal nervoso, ho iniziato a colpevolizzarmi in ogni modo, flagellandomi a suon di autoimprecazioni peggio di Suor Nausicaa di Colorado, rimproverandomi per come avrei dovuto stare dietro alla griglia, di come sono bravo quando cucino con attenzione, che avrei dovuto mettermi un giubbotto (visto che in giardino a gennaio fa freddo) e aspettare lì controllando bene la carne, che ormai le salsicce sarebbero state da buttare, e che la serata stessa sarebbe stata irrimediabilmente rovinata dalla mia disattenzione. Tornato in casa, ho sbottato subito con mia moglie dicendo che ormai le salsicce erano da buttare e che avremmo dovuto per forza ordinare una pizza.

Mia moglie, con molta calma, già conoscendo i miei momenti di over-arousal, mi ha fatto notare che le salsicce non erano per nulla da buttare, solo un po’ più “abbrustolite” del solito, e che lei, togliendo con il coltello quelle parti meno consone, avrebbe fatto in modo che potessimo cenare con piadine e salsicce. Era tutto buono.

L’emozione

Bene, chi è ipersensibile riconosce l’emozione, vero? Il momento di crisi, il momento in cui la mente si chiude, l’istante in cui da persone estremamente calme e positive diventiamo l’opposto di ciò che siamo. Prestiamo attenzione a troppi particolari, finiamo per fare troppe cose insieme e riempirci la mente di troppe informazioni fino al limite. Fino a che non scoppiamo e diventiamo irritabili, irascibili, nervosi. Ci si accorcia il fiato, non riusciamo a pensare, non riusciamo a ragionare, e ce la prendiamo con chi abbiamo attorno: amici, mariti, mogli, fratelli, sorelle, colleghi, salsicce.

Questo momento si chiama “over-arousal” ed è uno dei peggiori nemici per l’ipersensibile.

Tramite Wikipedia:

“Durante l’arousal viene coinvolto sia il sistema nervoso centrale che il periferico e vegetativo, con conseguente aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, al fine di generare in tutto il corpo una condizione generale di maggiore allerta sensoriale, mobilità e prontezza di riflessi.”

Mi dicevano che ero troppo sensibile – Federica Bosco

La prima volta che nella mia vita sentii parlare di over-arousal fu proprio nel libro di Federica Bosco, Mi dicevano che ero troppo sensibile (cliccate per aprire il link del libro, oppure se avete Audible potete ascoltarlo lì).

L’over-arousal coinvolge l’intera persona; dal sistema nervoso fino a toccare le emozioni più profonde. Di per sé è uno strumento eccellente che permette a ogni individuo, ma in particolare alla persona ipersensibile, di essere più vigile e ricettivo ai pericoli circostanti. Potrebbe notare subito una buca sul pavimento dove potrebbe inciampare, o una persona nelle vicinanze che potrebbe truffarlo.

Purtroppo, questo stato bio-psico-emotivo in una persona ipersensibile si attiva più del dovuto: un messaggio su WhatsApp che ci aspettavamo e non è arrivato, una frase detta in malo modo dal partner, un errore commesso al lavoro, cercare di studiare in un ambiente rumoroso, una giornata andata male, la stanchezza, lo stress, le eccessive richieste nei nostri confronti, o qualsiasi altra cosa… E scatta immediatamente il nostro momento di “sbotto”.

Soluzioni “magiche”

Non esistono soluzioni magiche per contenere questi momenti se non un percorso di crescita personale e una continua formazione riguardante l’ipersensibilità. Tuttavia, una cosa che può aiutare immediatamente nel momento in cui sentite montare l’emozione, o perdete il controllo sulle vostre reazioni, è la respirazione!

Sì, proprio la respirazione.

E posso dirlo perché l’ho testato personalmente su me stesso.

Certo, non elimina questi momenti che ci saranno sempre, ma sicuramente aiuta a contenerli e a non far degenerare le nostre emozioni. Se applicata costantemente, migliora anche la vita quotidiana. Come dicevo poco fa, quando siamo in questi momenti, abbiamo subito il “fiato corto”, cioè facciamo respiri piccoli e brevi. Vi ricordate quando vi siete schiacciati un dito nella porta? Avete subito trattenuto il fiato!

Non so se ci avete fatto caso, ma tutti gli esseri umani hanno questo piccolo “difetto”, cioè che per vivere devono respirare. L’aria ossigena tutto il nostro corpo e i polmoni mandano in circolo ossigeno ovunque in esso, incluso il cervello. E il cervello con poca aria funziona… peggio! Quando tratteniamo il fiato o facciamo piccole apnee, non stiamo aiutando il nostro corpo a ossigenarsi, né aiutiamo il nostro cervello a funzionare correttamente; al contrario, ci auto-sabotiamo.

La soluzione che spesso mi ha aiutato ad uscire dai momenti di crisi, a gestire o risolvere un problema pratico, o anche solo a rilassarmi, è la respirazione circolare consapevole.

Respirazione consapevole

Nel libro La magia del respiro consapevole”, Alessandro D’Orlando spiega in maniera semplice ed esaustiva i vantaggi e le tecniche del respiro consapevole (troverete il link in fondo all’articolo).

Il respiro consapevole funziona semplicemente… respirando! Durante la vostra giornata, soprattutto quando siete tesi o nervosi, noterete che “tirate” il respiro effettuando piccoli respiri (facendo entrare poca aria nei polmoni) e a volte si arriva addirittura a fare vere e proprie apnee momentanee. Tutto questo non aiuta la mente a funzionare a pieno regime: a riflettere, a essere calmi o a mantenere l’autocontrollo. Quindi, imparate CONSAPEVOLMENTE a riempire bene i polmoni di aria, svuotandoli in modo continuativo e, appunto, consapevole.

Ci vuole un po’ per abituarsi, ma con un po’ di pratica riuscirete a utilizzare questa tecnica anche durante una discussione con il vostro capo, riuscendo a rimanere lucidi e focalizzati sulle vostre idee. E soprattutto, mantenendo la calma e controllando il vostro stato di over-arousal.

Quindi, ricordate… INSPIRATE ED ESPIRATE, INSPIRATE ED ESPIRATE, INSPIRATE ED ESPIRATE, riempite bene i polmoni d’aria e poi rilasciate quell’aria in maniera costante, senza accelerare il respiro. Iniziate da ora. Portate avanti questa buona abitudine.

Non riuscite a dormire la sera? Usate la respirazione circolare consapevole. Forse non funzionerà immediatamente, ma con un po’ di tempo vedrete che avrà i suoi effetti sul vostro corpo.

Conclusione

Ovviamente ci sono altre tecniche che aiutano a gestire e attenuare l’effetto dell’over-arousal come la mindfulness, fare yoga, praticare uno sport, fare una gita nel bosco o al mare, ecc… Potete esplorarle tutte, non fanno certo male, magari state già praticando alcune di queste, quindi continuate a conoscervi e ad apprendere metodi che vi possano aiutare nella vita quotidiana e a semplificare la vostra esistenza!

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